Gli infortuni negli sport invernali – presentazione di un caso tipico
La Prevenzione
La preparazione sportiva è molto importante per evitare il rischio di infortuni quando si riprende a praticare uno sport invernale. Parliamo infatti di sport stagionali come sci alpino, sci da fondo, sci alpinismo, camminate/escursioni sulla neve con le racchette da neve, pattinaggio, snowboard, ecc.
Per ovvie ragioni possiamo praticare queste attività per periodi limitati di tempo durante l’anno. La soluzione è tenersi allenati durante tutto l’anno; mantenendo una continuità si arriva più facilmente a risultati migliori in quanto a performance e si evita il rischio di infortuni o incidenti.
Cosa fare quindi?
Un adeguato regime alimentare è fondamentale per affrontare al meglio gli sport invernali che richiedono un grande dispendio di energia. Idratarsi prima e dopo l’attività sportiva, nonostante questa venga svolta in climi freddi, è importante per mantenere un buon livello di efficienza muscolare ed evitare i crampi. Indossate sempre le attrezzature di sicurezza: casco di protezione, supporti protettivi per la schiena in caso di attività particolarmente pericolose, ramponi in caso di ghiaccio ecc.
Dal punto di vista fisico è opportuno inserire nella propria routine quotidiana degli esercizi di coordinazione, potenza, resistenza ed equilibrio: tutte queste abilità sono necessarie per affrontare gli sport invernali in piena sicurezza, divertendosi.
Quando iniziare con la preparazione?
Gli esercizi preparatori devono iniziare 5-6 mesi prima della stagione invernale, specialmente se non si fanno altri sport durante l’anno. Il corpo umano ha bisogno di molto tempo per adattarsi efficacemente ai compiti che gli verranno richiesti durante lo sport.
Nel Centro dello Sportivo di Fisiomed Italia si programma una preparazione mirata per i muscoli delle gambe, braccia e schiena per raggiungere una tonicità che permette di proteggere le articolazioni in caso di traumi. Non tralasciamo però l’elasticità articolare e muscolare che ci permette di muoverci in maniera più sciolta mentre sciamo, pattiniamo o arrampichiamo ecc.
Quali infortuni sono i più frequenti?
Gli infortuni più comuni sono a carico delle ginocchia nello sci alpino e fuori pista, per movimenti estremi quando il piede è vincolato con lo scarpone all’attacco sulla tavola – distorsioni del ginocchio con lesioni meniscali e dei legamenti crociati, fratture della tibia,perone o del femore ecc.
Gli infortuni agli arti superiori sono spesso causati da cadute, soprattutto per i principianti – fratture della clavicola o dell’omero, fratture dell avambraccio e polso, distorsioni o lussazioni della spalla con lesioni tendinee ecc.
Capitolo a parte sono i traumi cranici.
Una buona preparazione fisica /muscolare può ridurre il rischio di infortuni muscolari, articolari e di cadute. Senza preparazione e senza un adeguato riscaldamento, praticare sport a temperature basse aumenta il rischio di lesioni muscolari. Le e cause sono legate spesso a stanchezza e scarsa preparazione atletica, oppure per circostanze fortuite.
Presentazione di un caso tipo:
La signora G.F, di 58 anni, durante una gara amatoriale di sci alpino è caduta ed all’impatto diretto con il suolo / neve batte la spalla sinistra. Dopo il primo intervento di pronto soccorso la diagnosi è di frattura scomposta della testa dell’omero. Alla paziente propongono l’impianto chirurgico di un endoprotesi che però rifiuta e viene quindi immobilizzata con un tutore desault per 40 giorni. Nel periodo immediatamente successivo alla rimozione del bendaggio protettivo, la signora si rivolge allo staff del Centro dello Sportivo Fisiomed Italia in quanto ha il desiderio di tornare a sciare e competere a livello amatoriale.
Terapia nelle prime 2 settimane :
Seguendo il protocollo interno del Centro dello Sportivo, alla paziente G.F viene applicata la magnetoterapia CEMP per favorire la consolidazione della frattura, la terapia viene eseguita in ambulatorio con durata di 30 minuti 99 Gauss con cadenza giornaliera per 15 sedute, inserendo a giorni alterni l’applicazione di terapia Q-physio per innescare precocemente il fisiologico processo di rigenerazione dei tessuti. Il braccio è gonfio e dolente con un ematoma fibrotizzante sul gomito.
Si decide quindi di inserire già dalla seconda settimana la Tecarterapia SIT (sistema infiltrativo transdermico) con bromelina, per un precoce riassorbimento dell’ematoma. Il lavoro manuale consiste da mobilizzazioni caute passive per il recupero del range di movimento articolare. La paziente viene educata ad eseguire gli esercizi anche autonomamente a
domicilio, più sessioni durante il giorno.
Terapia dalla 2a alla 6a settimana:
La cadenza delle sedute è di tre sessioni settimanali, ma ben presto (dalla 4 settimana) si decide di passare a frequenze minori e aumentare il lavoro attivo con rinforzo della cuffia dei rotatori, stabilizzazione della scapola, esercizi di mobilizzazione passiva e attiva ed esercizi di rinforzo isometrico.
La signora acquista sempre più mobilità ed è completamente autonoma nelle attività di vita quotidiana, ma comincia a lamentare un dolore acuto al capo lungo del bicipite. Decidiamo di tamponare il dolore con 6 sedute di laserterapia YAG al diodo, concentrandoci contemporaneamente sugli esercizi di stabilizzazione attiva della spalla per migliorare la sua posizione a riposo e la sua cinetica durante i movimenti attivi.
Terapia dalla 6a alla 12a settimana :
Alla paziente consigliamo di abbinare alla fisioterapia in ambulatorio delle sessioni in piscina 2 volte alla settimana, sfruttando questa condizione per aumentare l’ampiezza dei movimenti attivi fino al loro limite fisiologico (abduzione, elevazione, extra ed intrarotazione). Le sedute in fisiopalestra continuano con frequenza di 2 sedute a settimana: iniziamo con esercizi specifici per recupero della forza: la paziente riesce a sollevare dei pesi sopra il livello della testa senza impedimenti e senza dolore.
Lo step successivo (stiamo lavorando con G.S. da due mesi e mezzo) del protocollo adottato prevede l’inserimento di esercizi di propriocezione e coordinazione: si richiedono compiti sempre più complessi, sfruttando tutta l’ampiezza articolare ormai guadagnata. Nel frattempo la signora ha ripreso gli esercizi di mantenimento e prevenzione per gli arti inferiori e la schiena.
Si va quindi a combinare i vari compiti, arrivando a gesti sempre più simili allo sport praticato: spinta con bastoncini, torsioni del busto con peso sulle mani, caricamento del peso del corpo sulle braccia e trazioni.
Terapia dai 3 mesi in poi:
La paziente recupera tutta la normale funzionalità della spalla e del braccio, si appassiona al lavoro in piscina e passa dagli esercizi al nuoto vero e proprio (ottimo esercizio cardiocircolatorio). Le è stata consegnata una scheda di esercizi personalizzati in base ai deficit muscolari che deve ancora colmare prima di tornare in piena sicurezza sulle piste da sci: intensifica quindi gli esercizi per tutte le catene muscolari della spalla, del tronco e dell’addome.
Le sedute di allenamento in fisiopalestra si distinguono in sessioni di rinforzo per la parte alta del busto, 2 volte a settimana, e sedute di rinforzo e resistenza per la parte bassa del tronco e delle gambe (1 volta a settimana).
A distanza di 10 mesi dal trauma e circa 9 mesi dall’inizio della riabilitazione, la signora ritorna sulle piste da sci per i primi allenamenti specifici di slalom gigante. I primi risultati sono confortanti e la signora è molto fiduciosa per l’approccio alla nuova stagione agonistica.
Il nostro consiglio:
In caso di traumi che interessino distretti corporei non direttamente connessi alla pratica dello sport specifico (come nel caso della spalla della nostra sciatrice) è fondamentale integrare il programma riabilitativo con un’analisi completa del gesto atletico. Spesso il trauma porta a squilibri posturali e conseguente decadimento della performance atletica. L’approccio alla globalità dell’atleta che assicuriamo nel Centro dello Sportivo Fisiomed Italia mira al recupero completo, totale del gesto e della performance. Trattare con un occhio di riguardo anche le parti non coinvolte direttamente nell’infortunio da all’atleta quella sicurezza nei propri mezzi fisici che è alla base dello sport come divertimento e competizione.