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Lo sport in Fisiomed Italia: come, quando e perchè?

Se sei un atleta e hai subito un infortunio che ti costringe a sospendere gli allenamenti e fermarti e recuperare, nel Centro dello Sportivo Fisiomed Italia troverai un team pronto che ti accompagnerà fino al rientro in campo.

L’iter riabilitativo mira infatti alla cura ed alla rieducazione del paziente, così come alla prevenzione, per questo i percorsi che offriamo si differenziano in base a 4 tipologie di pazienti sportivi:

1. L’atleta che subisce un infortunio e non necessita di intervento chirurgico;

2. L’atleta infortunato post chirurgico;
3. L’atleta che vuole integrare i suoi allenamenti con un programma intensivo per prevenire un eventuale infortunio (lesioni pregresse, deficit strutturali di un particolare distretto anatomico, usura che rende difficili gli allenamenti senza presenza di dolore ecc.);
4. Coloro che si avvicinano ad un’attività sportiva per la prima volta (categoria per i quali c’è un maggior rischio di infortunio se l’esecuzione dei movimenti non viene seguita in modo adeguato e progressivo);

L’obiettivo di tutti i percorsi è il massimo recupero funzionale dell’atleta per il ritorno all’attività praticata nella miglior forma possibile, attraverso la risoluzione della sintomatologia dolorosa, il ripristino del fisiologico equilibrio dei sistemi mioarticolari (dei muscoli e delle articolazioni), nonché la gestione degli aspetti psicologici che accompagnano lo sportivo, il movimento attivo infatti contribuisce a costruire un’idea sempre più concreta del recupero e ad aumentare le aspettative e le motivazioni dell’atleta.

Cosa prevede il protocollo riabilitativo:

Dopo l’immobilizzazione e lo stop dell’attività sportiva, in Fisiomed Italia partiamo con:

– “L’educazione” dell’atleta al rispetto di importanti regole da seguire, per favorire una più rapida guarigione senza anticipare movimenti azzardati e prematuri (spesso la forte motivazione e la voglia di tornare in campo lo portano a voler accelerare il percorso), aspettare il recupero biologico della regione infortunata è molto importante, altrimenti si rischia di rallentare invece di arrivare prima al nostro obiettivo!

Terapie strumentali (come il laser, la tecar, gli ultrasuoni ed altri innovativi macchinari di ultima generazione) per stimolare i processi biologici dei tessuti lesionati, riattivare il microcircolo e quindi drenare eventuali versamenti e liquidi in eccesso, gestire l’infiammazione peraccelerare i processi di guarigione;

Terapie manuali, tecniche osteoarticolari (mobilizzazioni e manipolazioni), tecniche muscolari e miofasciali (stretching, PNF, trattamento dei trigger points);

Esercizi terapeutici, che rappresentano la parte più “viva” della riabilitazione entrando nell’ambito dei movimenti e quindi dello sport, a partire dai più semplici per il recupero della mobilità e di riattivazione muscolare, a quelli più complessi e specifici che simulano la disciplina sportiva praticata, finalizzati al recupero delle competenze specifiche motorie, al ricondizionamento generale dell’atleta, al superamento delle “paure” nell’affrontare il movimento che ha provocato l’infortunio.

Tutto questo avviene attraverso percorsi che non sono mai unici ma personalizzati in base al trauma subìto, alle tempistiche di guarigione che la lesione richiede, alle caratteristiche dell’atleta, alle sue esigenze di ritorno in campo ed alle sue aspettative.

Terapisti formati ti seguiranno con la loro professionalità dal momento dell’infortunio fino al ritorno in campo, facendoti recuperare la forma fisica per ritornare alle tue competizioni sportive meglio di prima, o seguendoti partendo da esercizi di base fino ad altri che non avresti immaginato di riuscire a fare nel tuo percorso di attività fisica appena intrapresa, sempre con un protocollo individualizzato in base alle tue esigenze e seguendo le linee guida internazionali.

Differenziazione dei percorsi riabilitativi:

Abbiamo elencato sopra i quattro diversi tipi di atleta a cui si rivolge la nostra riabilitazione ed in base a questi l’approccio cambia principalmente per la scelta degli strumenti utilizzati e per e tempistiche della progressione:

1. Per lo sportivo che affronta il recupero con trattamento conservativo/riabilitativo (evitando intervento chirurgico) la fase di terapie strumentali sarà probabilmente più breve (sempre in relazione all’entità della lesione) e si passerà più velocemente a quella del recupero motorio;

2. Per lo sportivo che ha subíto l’intervento chirurgico richiederà maggior tempo la prima fase di risoluzione del dolore, eventuale gonfiore e l’infiammazione, per poi passare a quella motoria, più cauta inizialmente e con esercizi progressivamente più intensi, per arrivare a quelli più complessi in funzione dello sport praticato;

3. Diverso sarà il percorso per l’atleta che invece si rivolge a noi per prevenzione. L’iter con l’atleta sarà prettamente sul ricondizionamento e sulla reintegrazione del distretto lesionato (rinforzo muscolare se dovuto a pregressi infortuni che lo hanno indebolito, ripristino della coordinazione neuromotoria con esercizi per l’equilibrio e di interazione fra diversi distretti corporei in presenza di deficit di questo tipo, di esercizi mirati per rilassare il distretto in sovraccarico in caso di usura e per ripristinarne l’efficienza al fine di migliorare la forma globale dell’atleta.

4. Per i neosportivi invece verranno elaborati programmi specifici molto graduali, in base alla condizione fisica di partenza, allo stile di vita, alla pratica o meno di attività sportiva precedente, con lo scopo di ricondizionare il metabolismo, tonificare la muscolatura posturale e rinforzare più selettivamente alcuni gruppi muscolari piuttosto che altri in base alle esigenze  del singolo caso.

Case history:

La nostra paziente V.T. 23 anni, studentessa e pallavolista, arriva in Fisiomed Italia dopo essersi lesionata, in forma abbastanza lieve, il legamento crociato anteriore ed il legamento collaterale mediale. V.T. non ha subìto alcun intervento chirurgico perché la lesione non ha causato impotenza funzionale ma soltanto un’instabilità del ginocchio e difficoltà nell’eseguire alcuni movimenti.

– Nelle prime 2 settimane abbiamo effettuato un ciclo di tecarterapia, per gestire l’infiammazione e ridurre il lieve gonfiore e versamento del ginocchio -3 sedute a settimana-

-Per le 4 -5 settimane successive abbiamo svolto il programma di rieducazione motoria, cioè di esercizi. Siamo partiti da quelli per il recupero della mobilità nei gradi privi di dolore (cyclette con altezza della sella regolata in modo da consentire la massima flessione tollerata, esercizi in scarico di flessione ed estensione del ginocchio con piede appoggiato su uno skate da seduta ecc.), stretching per la muscolatura contratta di tutto il corpo, esercizi di contrazione del quadricipite (muscolo anteriore della coscia) prima a ginocchio teso e poi piegato,per poi rinforzare tutto l’arto inferiore (coscia anteriore, posteriore, interna ed esterna, polpaccio,piede), passando ad esercizi sempre più complessi ed intensi (aggiunta di cavigliere, tapis roulant da una gamba sola in movimento (per la ripresa corretta del passo) ad entrambe le gambe in movimento (camminata in salita e variazioni di velocità); Abbiamo inserito il rinforzo della cinta addominale (core stability) e iniziato ad eseguire esercizi degli arti inferiori in combinazione con movimenti specifici della pallavolo da parte degli arti superiori. Esercizi di propriocettiva (equilibrio e stabilità), prima in appoggio su 2 piedi e poi soltanto su uno ed in associazione a movimenti del gesto della pallavolo con la parte superiore del corpo. Esercizi di rielasticizzazione muscolare ed inserimento di balzi,saltelli e lavoro balistico e propedeutico alla corsa. In parallelo abbiamo intensificato l’attività aerobica sulla cyclette e tapis roulant ;

– Intorno all’8° settimana V.T. ha ultimato una corsa di circa 15 minuti consecutivi, esercizi specifici in funzione della ripresa sportiva (ricezione della palla facendo piegamenti selettivi sulle ginocchia, gestione della palla senza vedere da dove questa arrivi,salti contro la spalliera per simulare il gesto del “muro”e spostamenti rapidi in direzione di colori diversi per simulare la ricezione in campo della palla, eccetera.).

-Alla 9°settimana V.T. ha svolto il suo primo allenamento in squadra , ovviamente con alcune limitazioni iniziali per rientrare con sicurezza ed evitare impatti traumatici per il ginocchio.

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