Dopo un intervento di sutura dei tendini della cuffia dei rotatori di spalla, diversi dubbi e domande insorgono nei pazienti riguardo la ripresa delle attività quotidiane.
Premettiamo che i tempi di recupero dopo un’artroscopia di spalla sono di circa 3 mesi per la guarigione biologica del tendine riparato (coadiuvati da variabili come età del paziente, stile di vita, collaborazione nella riabilitazione eccetera), durante il quale questo sviluppa una resistenza sufficiente ad affrontare tutti gli sforzi della vita normale di un individuo; inizialmente il tendine è mantenuto dove è stato riparato esclusivamente dai punti di sutura,che sono estremamente resistenti ma non possono sostenere tutti i movimenti delle attività quotidiane, che aumentano progressivamente in quantità ed intensità.
Nell’arco di questi mesi si susseguono tappe riabilitative per il graduale recupero di alcuni gesti,da quelli basici nella vita di ogni giorno a quelli più evoluti delle attività più complesse.
Nel tempo, inoltre, il tendine subirà ulteriori rimaneggiamenti sulla cicatrice che dureranno un anno circa, fino a diventare completamente stabile. Ci sono,quindi, diverse tempistiche da rispettare e in base alle quali procedere per ripristinare la funzionalità completa della spalla.
LE 5 DOMANDE PIÙ FREQUENTI
Perché il dolore notturno e che posizione mantenere durante la notte?
Diverse possono essere le cause di questa problematica, le più probabili sono che durante il sonno c’è maggiore rilassamento dei muscoli che mantengono l’omero in posizione corretta stabilizzandolo, un maggiore stiramento dei tendini, che spesso hanno al loro interno delle aree di infiammazione, e quindi aumenta la percezione del dolore.
Può essere anche dovuto alla correlazione con le problematiche cervicali: i muscoli della spalla sono infatti in grado di muoverla soltanto fino a circa 90 gradi di altezza, dopodiché interviene il trapezio, importante muscolo del collo.
Il rilassamento notturno potrebbe portare a sollecitazioni alterate di un muscolo molto contratto, mandandolo in difficoltà e provocando dolore.
Altro motivo è da ricercare nella diminuzione di produzione del cortisolo, “l’ormone dello stress”, la cui secrezione è basata sul ritmi circadiano sonno-veglia.
Per ritmi circadiani si intendono cicli fisiologici endogeni che vengono regolati da una sorta di orologio biologico interno, che però è strettamente correlato con il ciclo del giorno grazie a stimoli esogeni di genere naturale o sociale,fra i quali c’è quello della luce solare( a cui si possono aggiungere ad esempio la temperatura ambientale oppure, a livello sociale, gli orari dei pasti).
Nel caso specifico, l’alternanza luce/buio influenza questo ritmo diminuendone la produzione e aumentando,di conseguenza, la sensibilità del sistema nervoso in risposta agli stimoli dolorosi.
Altra causa è che durante la notte la diminuzione di attività e dei pensieri fa sì che il cervello si focalizzi maggiormente sul dolore.
Anche la posizione stessa assunta nel sonno contribuisce a fare insorgere il dolore, da supini infatti si restringe lo spazio all’interno dell’articolazione della spalla andando a comprimere i tendini (il tendine del capo lungo del bicipite e della cuffia dei rotatori)
Il movimento, inoltre, favorisce una circolazione sanguigna migliore e l’immobilità della notte può contribuire ad un “ristagno” di liquidi (edema) con conseguente sensazione di spalla pesante e dolore.
I consigli, quindi, che vi diamo per sopperire a questi dolori sono dormire utilizzando più cuscini in modo da trovare una posizione reclinata e diminuire la pressione esercitata a carico dei muscoli della spalla; oppure di tenere leggermente sollevato il braccio,con un cuscino o un asciugamano arrotolato,in modo da favorire la circolazione sanguigna nella zona interessata e favorirne la guarigione.
E’ anche utile fare impacchi di ghiaccio di circa 10-15 minuti per l’effetto “anestetico” della vasocostrizione dovuta la freddo,così da permettere al paziente una finestra temporale nella quale addormentarsi senza dolore!
Come gestire il tutore nell’arco della giornata?
Il tutore serve a sorreggere il braccio in posizione di riposo per favorire la guarigione dei tessuti. Il suo mantenimento comporterà maggiori limitazioni nella vita quotidiana, ma preserverá anche da eventuali “colpi” non protetti, movimenti bruschi che aumenterebbero il dolore ed una sollecitazione maggiore sui muscoli operati.
È consigliabile mantenere il tutore anche la notte nel primo periodo, dal momento che non si ha il controllo dei movimenti che il braccio può fare. Tre volte al giorno (per esempio a colazione-pranzo-cena) sarà possibile rimuovere il tutore per eseguire gli esercizi, lavarsi le ferite senza bagnarle mantenendo comunque il braccio lungo il corpo senza sollevarlo e senza andare dietro la schiena.
Ad un mese dall’intervento, sempre seguendo le indicazioni date dal medico ortopedico, sarà possibile rimuovere definitivamente il tutore.
Quando su può riprendere a guidare?
La tempistica con cui si torna alla guida dopo questo tipo di intervento alla spalla è di circa 2 mesi, ma varia sempre in base caratteristiche del paziente. Il parametro sul quale basarsi è il recupero della mobilità (che per poter guidare deve essere intorno al 90%),necessaria per poter gestire i movimenti di rotazione del braccio e tutti quelli che possono essere svolti durante la guida, la stabilità e la forza, necessarie per sostenere la spalla e muoverla con disinvoltura.
Aspetto non meno importante è la sicurezza del paziente, dal momento che trovarsi in una situazione stradale che può creare panico potrebbe avere gravi ripercussioni sia per il conducente che per gli altri
Si può andare al mare e prendere sole?
Per i primi 6 mesi circa è meglio evitare l’esposizione diretta alla luce del sole, dal momento che i raggi ultravioletti possono aggravare l’infiammazione della zona interessata dall’intervento, aumentare l’edema (a causa della vasodilatazione dovuta al calore),oltre al rischio di iper pigmentare la cicatrice rendendola più scura ed evidente. Anche se non c’è esposizione diretta è sempre consigliabile applicare creme con protezione solare totale.
L’immersione in acqua invece, specialmente in quelle più fresche, provoca vasocostrizione, la circolazione si velocizza aumentando l’ossigenazione e favorendo i processi di drenaggio, oltre a dare refrigerio e consentire un movimento facilitato grazie alle caratteristiche dell’acqua. Quindi è assolutamente consigliata, ovviamente senza eccedere e lasciando la zona coperta dal sole o con impacchi freddi una volta fuori dall’acqua.
Quanto dura la riabilitazione?
La fase riabilitativa dopo questo tipo di intervento dura dai 3 ai 6 mesi,di cui generalmente i primi 3 svolti con il fisioterapista e i successivi continuando a rinforzare la spalla in autonomia, condizione necessaria per garantire un recupero completo, efficace e duraturo. Intorno alla seconda settimana di immobilizzazione con tutore subito post intervento,si passa a:
– Fisioterapia passiva ed inizio di movimenti attivi nel primo mese dall’intervento;
– Recupero della forza e della stabilità attraverso movimenti attivi più impegnativi e su tutti i piani nel secondo mese;
– Sovraccarichi e lavori pliometrici nel terzo mese fino a raggiungere il massimo recupero funzionale della spalla nel corso dei 3 mesi successivi.
Il centro Spalla Top Therapy di Fisiomed Italia è attivo da anni nel trattamento di questa patologia, seguendo le linee guida internazionali in materia, frequentando i corsi di aggiornamento e specializzazione. I nostri terapisti hanno a disposizione la tecnologia più avanzata in ambito fisioterapico per offrire ai pazienti la soluzione più adatta alla loro problematica e riportarli al miglior stato di salute possibile.