Il primo passo: la diagnosi e la valutazione del singolo caso
Se la diagnosi e la cura farmacologica sono di competenza del medico specialista, e la dieta di competenza del nutrizionista o dietologo, ecco che la prescrizione, insegnamento e controllo degli esercizi motori è di competenza del fisioterapista. È da qui che nasce il concetto di fisiopalestra del Centro per l’Osteoporosi di Fisiomed Italia: offrire al paziente le competenze di uno staff completo e qualificato che lo segua in tutto il percorso di cura e gestione del suo problema di salute.
I nostri fisioterapisti e laureati in scienze motorie costruiscono un piano riabilitativo prima, e di allenamento poi, che sia cucito addosso alla persona e alle sue specificità ed esigenze. Non esiste quindi un protocollo universale di esercizi che vada bene per chiunque. L’esercizio fisico non è una novità che l’esercizio fisico sia di primaria importanza nella cura dell’osteoporosi. Quando il medico pone la diagnosi e prescrive la terapia, ma anche in ambito preventivo, prima che la patologia si manifesti, l’attività motoria si è dimostrata efficace nel contenere gli effetti negativi che l’osteoporosi porta con sé: soprattutto il rischio di fratture del femore e della colonna in seguito alla perdita di massa ossea.
Seppure sia generalmente consigliato praticare attività motorie e sportive in presenza di osteoporosi, diffidate quindi da programmi fai da te! Il rischio è di eccedere con i carichi di allenamento, aggravando la situazione, soprattutto se non siete abituati ad una pratica motoria costante e mantenuta nel tempo. L’osteoporosi è una patologia a lenta evoluzione ed abbiamo quindi tutto il tempo per gestirla nel migliore dei modi. Generalmente si consiglia di praticare attività sportive sotto carico (sfruttando il peso del corpo) perchè questo stimola la produzione ed il deposito di nuova matrice ossea: camminata, corsa, salto con la corda, sport di squadra, ballo, aerobica ecc… Tutti questi esempi di attività sono validi ma vanno contestualizzati e monitorati.
Come si svolge una progressione di esercizi presso la Fisiopalestra?
1) In primo luogo analizziamo le condizioni fisiche generali della persona: usiamo una batteria di test fisici e di mobilità generale che ci daranno delle indicazioni su come strutturare la singola scheda di lavoro. Avere un punto di partenza preciso ci da l’opportunità di confrontare poi in corso d’opera i risultati del programma ed i miglioramenti ottenuti.
2) Mobilità generale: la proposta di esercizi di mobilità degli arti e della colonna su tutti i piani degli spazi permette alla persona di ridiventare padrona del proprio corpo, superando anche le paure che una diagnosi di osteoporosi può portare con sé. Riducendo la rigidità si impara a gestire le leve del proprio corpo, a chinarsi senza sovraccaricare la schiena e senza sentir dolore.
3) Il punto cardine del programma è il ri-allenamento della forza muscolare, soprattutto dei muscoli antigravitari, ovvero quelli che garantiscono il mantenimento della postura eretta: muscoli cervicali, dorsali, lombari, glutei, estensori e flessori del ginocchio, polpacci. Un deficit di forza di questi muscoli costringerà la persona ad adagiare la propria postura “appoggiandosi” passivamente sulle proprie ossa ed articolazioni, spesso in posizioni poco ergonomiche. Insegneremo quindi alla persona come attivare questi muscoli in maniera volontaria, sfruttando resistenze elastiche o piccoli pesi. Tutti gli esercizi saranno di semplice fattura e non richiederanno inizialmente un grosso impegno di coordinazione. Successivamente inseriremo esercizi più complessi, che attivino contemporaneamente più gruppi muscolari e che siano simili alle attività della vita quotidiana della persona, migliorandone significativamente la qualità della vita.
4) La resistenza: ovvero la capacità di svolgere un lavoro muscolare per un tempo prolungato. L’obiettivo di questa parte specifica di lavoro è riprendere la capacità di ripetere un determinato gesto svariate volte senza incorrere in fatica. La fanno da padrone in questa fase gli esercizi di camminata in salita e discesa, trasporto di oggetti più o meno pesanti in mano o sulle spalle ecc.
5) Esercizi di controllo della schiena: questo distretto anatomico offre già di suo molteplici problematiche di natura dolorosa ed è oltretutto uno dei distretti più colpiti da osteoporosi. È fondamentale quindi costruire un buon supporto muscolare con esercizi di mobilità attiva e stabilizzazione (core stability). Questi esercizi vengono svolti principalmente in posizione supina o in posizione seduta/eretta.
6) Esercizi di equilibrio: il più grande rischio derivante dall’osteoporosi è quello delle cadute e fratture conseguenti. Ristabilire quindi le normali reazioni di equilibrio diventa fondamentale in ottica preventiva. Insegniamo ai pazienti a mantenere l’equilibrio su una gamba sola, a svolgere piccole attività manuali in equilibrio precario, fino a svolgere semplici esercizi di forza utilizzando come appoggio delle pedane instabili. Inizialmente sembreranno ostacoli insormontabili, ma ben presto diventeranno esercizi divertenti ed efficaci.
7) Ci avviciniamo quindi ad attività sempre più complesse, che comprendono tutte le componenti sopra elencate: forza, resistenza, controllo della postura, mobilità ed equilibrio. A seconda delle esigenze della persona (l’osteoporosi colpisce una fascia di età molto vasta) inseriamo attività a più alto impatto come la corsa, il salto con la corda, o gli esercizi aerobici sullo step.
8) In alcuni casi il miglioramento delle performance motorie è tale da stimolare la persona a riprendere o ad iniziare ex novo un’ attività ludico sportiva. In questa fase si procede quindi ad una riatletizzazione (chiamiamola preparazione atletica, se vogliamo) specifica per l’attività scelta dal singolo soggetto.
Come si svolge una seduta singola?
Partiamo da un presupposto: è fondamentale avere una certa costanza nell’attività motoria per trarne i migliori e più duraturi benefici. Generalmente consigliamo 2 sedute settimanali della durata di circa 45/60 minuti, che nel nostro Centro per la Cura dell’ Osteoporosi Fisiomed Italia strutturiamo così:
1) fase di riscaldamento: come dice la parola stessa, dobbiamo portare “in temperatura” il corpo e prepararlo per gli esercizi successivi. Una camminata in salita sul tapis roulant oppure un programma di pedalata sulla cyclette permettono di svegliare il corpo.
2) fase di mobilità: la naturale prosecuzione della fase di riscaldamento, in cui andiamo ad aumentare gli spazi operativi e diamo alla persona una maggiore libertà di movimento. In questo modo potremo svolgere poi esercizi su diversi piani dello spazio e attivare tutti i muscoli di quel determinato distretto.
3) fase di rinforzo: è il cuore della seduta di fisiopalestra. Si svolgeranno esercizi contro resistenza con carichi anche elevati (ma sempre tarati sulle capacità della persona) – è infatti necessario svolgere esercizi che siano più intensi delle normali attività della vita quotidiana. È importante rispettare i tempi di recupero tra gli esercizi, in modo da stimolare il corpo a produrre nuova matrice ossea e tonificare le fibre muscolari (attraverso complesse risposte ormonali fisiologiche).
4) fase di equilibrio: è la parte più difficile e più divertente del programma. Gli esercizi possono essere svolti su superfici instabili, ad occhi chiusi o con altri tipi di difficoltà aggiunte. Oltre al mantenimento della posizione si possono richiedere gesti semplici come il raggiungimento di oggetti, fino a operazioni complesse come il cammino su un percorso ad ostacoli.
5) fase di defaticamento: il corpo, oramai stanco, deve abbassare lo stato di allerta e attivazione neuromotoria degli esercizi precedenti. Le attività migliori sono quelle a basso impatto come passeggiata in piano sul tapis roulant, pedalata leggera oppure esercizi di respirazione. In questa fase e subito dopo la seduta è importantissimo reintegrare i liquidi persi e le calorie bruciate (ma attenzione a non eccedere!) per dar modo al corpo di compensare lo stimolo subìto ed innescare il processo di riparazione del tessuto. Questo esempio di programma va ovviamente calibrato sulle capacità e necessità del singolo, prediligendo una fase rispetto all’altra qualora il fisioterapista rilevi carenze particolari. Solitamente consigliamo di eseguire alcuni esercizi anche durante brevi sessioni autonome domiciliari di richiamo: in questo modo si stabilizzano meglio i risultati ottenuti in fisiopalestra.