Q-physio è letteralmente il Dispositivo Medico che non c’era: finalmente è possibile rigenerare il tessuto biologico mediante una stimolazione cellulare assolutamente indolore e dalla piena sicurezza biologica.
La terapia QMR (Risonanza Quantica Molecolare) sfrutta un trasferimento di energia mediante impulsi elettrici ad altissima frequenza ma a bassissima intensità, non inducendo ipertermia (riscaldamento) nel tessuto. Ne deriva una stimolazione delle capacità rigenerative del corpo umano, senza sfociare in danno tissutale e conseguente riparazione per cicatrizzazione. Il tessuto trattato avrà così le stesse caratteristiche morfologiche e funzionali del tessuto sano. Le caratteristiche di questa terapia ci permettono di aiutare il paziente in qualsiasi fase evolutiva della sua patologia, inserendosi perfettamente nel programma terapeutico individuale che è stato stilato dall’equipe riabilitativa.
La terapia è indicata fin dalle primissime fasi acute di traumatismi o esiti chirurgici (anche protesici), ma può coadiuvare la riabilitazione anche nelle fasi croniche di problematiche artrosiche, tendinopatie degenerative, mal di schiena ecc. I primi effetti, che si notano già dalle prime 2/3 sedute, sono di tipo antiedemigeno ed antalgico: il gonfiore del tessuto irritato viene progressivamente riassorbito donando alla parte una maggiore possibilità di movimento senza dolore. Col susseguirsi delle sedute (da 6 a 10), la somma degli stimoli ricevuti produce nel tessuto una risposta adattativa che possiamo riassumere in:
• aumento della densità dei capillari arteriosi
• aumento della perfusione sanguigna
• aumento dell’attività cellulare muscolare (contrazione e decontrazione per effetti sulla membrana cellulare)
• aumento dell’attività replicativa delle cellule mesenchimali
Grazie al suo potere rigenerante trova ampio spazio nella riabilitazione sportiva o semplicemente nelle fasi di recupero dopo uno sforzo intenso o una competizione, anche su atleti che non presentano alcuna patologia. La stimolazione non induce infatti alcun danno cellulare sui tessuti sani. Le uniche controindicazioni assolute sono rappresentate dalla presenza di pacemaker cardiaci e dallo stato di gravidanza.
Il Q-Physio può essere impiegato in tre modi:
1. elettrodi adesivi posizionati sull’area da trattare: in questo modo il trattamento è completamente indipendente dall’operatore che può nel frattempo eseguire delle manovre manuali sui distretti corporei interessati, oppure iniziare con la progressione di esercizio terapeutico
2. manipolo per focalizzare l’effetto su piccole zone: questa modalità di trattamento si rivela particolarmente efficace quando le zone da trattare sono molto ristrette e precise, come ad esempio la zona laterale del gomito in caso di epicondilite.
3. guanti conduttivi: permettono al terapista di manipolare direttamente il tessuto, associando quindi un massaggio terapeutico decontratturante o un linfodrenaggio manuale ai benefici della terapia fisica. La manualità dei fisioterapisti e la loro esperienza indirizzeranno il trattamento verso i trigger point maggiormente sensibili e fastidiosi.
In tutti i casi la sensazione principale del paziente potrà essere quella di un leggerissimo tepore cutaneo superficiale. Va sempre ricordato che l’aumento di temperatura non equivale alla corretta o scorretta applicazione della terapia, ma va interpretato piuttosto come un effetto secondario, che nulla ha a che fare con l’effetto positivo finale della terapia stessa. Alcuni soggetti possono avvertire di più l’aumento della temperatura, altri possono non avvertirlo affatto; sarà il terapista ad impostare i valori terapeutici in modo che il calore percepito non risulti mai spiacevole o fastidioso.
L’applicazione mediante trasduttori adesivi è stata scelta iniziale per il trattamento del signor S.A. che presentava una forte rigidità cervicale, associata a cefalea in presenza di segni radiografici di rettificazione della lordosi cervicale e iniziali ponti osteofitosici dei corpi vertebrali.
Insomma un classico quadro di artrosi cervicale.
Applicati i trasduttori in zona sottonucale e in zona laterale alla base della colonna cervicale, abbiamo iniziato fin da subito a inserire semplici esercizi di mobilizzazione delle scapole e delle spalle. Già nell’arco della prima seduta la tensione della muscolatura cervicale si era ridotta. Abbiamo proseguito su questo schema per un totale di 4 sedute in due settimane, inserendo gradualmente esercizi di autotrattamento anche per le strutture muscolo-scheletriche del collo.
A due settimane dall’inizio della terapia, la cefalea si era notevolmente ridotta. Abbiamo dunque deciso di cambiare approccio e iniziare a trattare manualmente la colonna di S. con l’utilizzo dei guanti conduttivi. Sotto le dita del terapista si sentiva come la colonna cominciava a riprendere quell’elasticità ormai quasi dimenticata dal paziente.
Alla conclusione dell’ottava seduta (4 settimane di trattamento) il paziente non aveva più difficoltà a ruotare il capo a destra e sinistra e non avvertiva più tensione nel guardare verso il basso o verso il soffitto. Da questo punto in poi le sedute sono diventate settimanali e successivamente quindicinali e comprendevano esclusivamente un approccio attivo di mantenimento della mobilità mediante esercizi per la colonna cervicale, dorsale e lombare, nonché per le spalle.
Abbiamo rivisto il signor S. dopo 6 mesi dalla fine delle sedute e ci ha raccontato, sorpreso, come la mobilità abbia continuato a migliorare nel tempo seppure lui non sia stato perfettamente costante nell’esecuzione degli esercizi.
Generalmente si consiglia di effettuare dalle 6 alle 8 sedute, due o tre volte alla settimana, ma in alcuni casi particolarmente acuti o post traumatici si può eseguire il trattamento anche ogni giorno. La durata della singola seduta varia da 10 a 30 minuti. Nelle sedute iniziali vi sarà un primo effetto antinfiammatorio ed antiedemigeno con considerevole riduzione della dolorabilità ed aumento del microcircolo. Nelle sedute successive nel tessuto danneggiato inizierà la fase di rigenerazione che può durare anche diverse settimane dopo la conclusione del ciclo terapeutico. Gli specialisti del Centro Artrosi Fisiomed Italia sono a disposizione per rispondere ad eventuali quesiti e ad effettuare valutazioni funzionali accurate per definire se l’intervento è appropriato per migliorare lo stato di salute delle persone che si presentano presso il nostro centro.