L’artrosi è una patologia degenerativa che colpisce la cartilagine articolare ed il tessuto osseo, riducendone progressivamente il nutrimento. È un processo fisiologico di invecchiamento delle articolazioni che ha inizio dal trentesimo al quarantesimo anno di età, ma che porta la metà degli ultrasessantenni e la quasi totalità degli ultrasettantenni a soffrirne. Esistono tuttavia manifestazioni molto precoci, solitamente in seguito a traumatismi o infortuni. I sintomi sono principalmente il dolore e la rigidità articolare e sono direttamente collegati all’avanzare dell’età, diventando la prima causa di invalidità nella popolazione adulta ed anziana. Si stima che in Italiane ne soffrano quasi 5 milioni di persone.
Le conoscenze attuali non hanno ancora fornito una cura definitiva per questa patologia, ma conosciamo diverse metodiche per rallentarne l’avanzamento e gestirne le complicazioni. Nello specifico ci sono alcune buone abitudini da seguire per ritardarne l’insorgenza, e altri comportamenti da evitare per non aggravarne il decorso.
Cinque cosa da fare in caso di artrosi:
1) Prevenzione: l’artrosi si tratta prima che questa si manifesti, mantenendo uno stile di vita sano ed attivo già da giovani: vanno incentivate attività motorie e sportive. L’esercizio fisico ha un forte impatto positivo sul controllo del peso, sull’equilibrio e sullo stato psicologico delle persone. È stato dimostrato scientificamente come le persone che svolgono una vita attiva, meglio se all’aria aperta, hanno una minore probabilità di sviluppare l’artrosi rispetto a chi non pratica attività motoria regolare.
Se non conosci gli esercizi che puoi svolgere, la loro intensità e frequenza, lo staff del Centro Artrosi Fisiomed Italia è a tua disposizione per stilare un programma personalizzato di attività motoria adattata.
2) Alimentazione e controllo del peso: i chili di troppo gravano direttamente sulle articolazioni della colonna e degli arti inferiori, sovraccaricandole con degli stress meccanici. Si è visto che in soggetti in sovrappeso che presentano dolore da artrosi alle ginocchia, una riduzione del 10% del proprio peso riduce del 50% il dolore percepito alle articolazioni affette da artrosi. Un corretto apporto calorico permette alla persona di avere le energie per le proprie attività senza ingrassare. La biologa nutrizionista del nostro staff analizzerà le abitudini alimentari dei pazienti, proponendo successivamente un piano alimentare bilanciato.
3) In caso di artrosi già conclamata è opportuno mantenere un approccio attivo al problema, prediligendo attività motorie adattate alla singola persona e alla sua specificità. Spesso chi prova dolore a causa dell’artrosi sviluppa una specie di kinesifobia – paura del movimento – che lo trascina in un circolo vizioso: dolore – riduzione della mobilità – peggioramento della lubrificazione cartilaginea – dolore – riduzione della mobilità ecc… L’approccio deve essere quindi anche di tipo psicologico e gli esercizi verranno proposti al paziente in base alla gravità della sintomatologia e in base alle capacità motorie residue.
4) Mantenere una buona forza muscolare: le articolazioni sono mosse dai muscoli e gli stessi sono deputati anche a stabilizzarle e proteggerle. È ormai di consenso comune che l’esercizio contro resistenza (con i pesi o con le resistenze elastiche) debba essere inserito nella pratica quotidiana del paziente artrosico per migliorarne i sintomi e la funzionalità. Quindi non si insisterà più solo sulla gestione del dolore con terapie antalgiche, o sulla mobilità con fastidiosi (e noiosi) allungamenti, ma verranno proposti esercizi attivi di ricondizionamento: dalla cyclette, al tapis roulant agli esercizi con manubri e bilancieri.
5) Consultare il medico specialista (ortopedico, fisiatra o reumatologo) che proporrà l’approccio terapeutico più adatto al singolo problema. Ad oggi si conoscono diversi tipi di intervento medico e non medico al problema dell’artrosi. Una diagnosi precisa consente agli operatori di scegliere la strategia di cure cucita addosso alla persona.
Cinque cose da non fare in caso di artrosi:
1) Non rispettare il dolore: questo ci avvisa che qualcosa non va e che il corpo ha bisogno di protezione. Forzare un’articolazione oltre il limite del dolore può portare a una modifica degli schemi di movimento, con successivo sovraccarico e compromissione di altri distretti corporei. Durante gli esercizi l’eventuale aumento del dolore non deve scoraggiarci (è pienamente fisiologico sentire qualche fastidio durante gli esercizi contro resistenza), ma questo deve restare in un range pienamente tollerabile e gestibile.
2) Riposo completo e/o sedentarietà: la cartilagine ha bisogno di movimento per idratarsi e nutrirsi. L’assenza dei fisiologici cicli di carico e scarico su questo tessuto lo rendono meno idratato ed elastico, peggiorando la sintomatologia. I protocolli di riposo articolare possono essere utilizzati nelle fasi molto acute, quando l’articolazione presenta i classici segni dell’infiammazione: gonfiore, rossore, aumento di temperatura e incapacità a svolgere movimenti attivi. Tuttavia è sconsigliabile mantenere l’articolazione a riposo oltre il tempo strettamente necessario a riassorbire l’infiammazione. Oltre a non giovare all’articolazione stessa, l’immobilità induce un indebolimento muscolare e favorisce l’instaurarsi della paura di muoversi nuovamente (kinesifobia).
3) Esporre l’articolazione artrosica a ulteriori sovraccarichi e traumi, senza un’adeguata protezione muscolare o mediante tutori. Se l’articolazione è dolente e la muscolatura non ancora riallenata, questa non riuscirà a sviluppare la forza necessaria per sostenerci. Tutto il carico sarà quindi concentrato sulle strutture articolari, aggravando ulteriormente i sintomi in un circolo vizioso: dolore – debolezza – dolore – debolezza. Tutte le attività devono essere coerenti con le effettive capacità motorie della persona. Il troppo poco indebolisce ulteriormente, il troppo aggrava la situazione esponendoci al rischio di nuove fasi acute.
4) Abuso di farmaci antidolorifici: coprendo il sintomo dolore, viene meno il campanello d’allarme che ci avvisa di un problema in atto. Una volta svanito l’effetto analgesico del farmaco, il dolore si ripresenterà, solitamente anche più intenso. Possono essere tuttavia un ottimo aiuto nella gestione delle fasi acute se prescritti e monitorata la loro assunzione dal medico.
5) Avere aspettative irragionevoli dalla chirurgia: prima e dopo l’intervento chirurgico è comunque necessario un periodo di rieducazione e riabilitazione attiva da parte del paziente, al fine di rendere l’intervento chirurgico davvero risolutivo. La fisioterapia prima dell’intervento chirurgico è utile al mantenimento del trofismo e alla forza muscolare, nonché dell’elasticità articolare residua. Si è visto come tanto più si migliorano questi aspetti, tanto meglio riuscirà l’operazione chirurgica.
Il Centro Artrosi Fisiomed Italia è attivo da anni nel trattamento di questa patologia, seguendo le linee guida internazionali in materia e frequentando i corsi di aggiornamento e specializzazione. I nostri terapisti hanno a disposizione la tecnologia più avanzata in ambito fisioterapico per offrire ai pazienti la soluzione più adatta alla loro problematica e riportarli al miglior stato di salute possibile.