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Sindrome da dolore femoro rotuleo: dalla diagnosi al trattamento

Cos’è la sindrome femoro rotulea (PFPS)?

La sindrome femoro rotulea (PFPS), nota anche come ginocchio del corridore, è una patologia il cui sintomo principale è il dolore che si avverte sulla parte anteriore del ginocchio, in particolare sul lato inferiore o intorno ai bordi della rotula. Una o entrambe le ginocchia possono esserne colpite. 

Il dolore femoro rotuleo si presenta in genere come un dolore diffuso al ginocchio che si scatena durante alcune attività presenti nella vita quotidiana come ad esempio nel salire e scendere le scale, correre, alzarsi da una sedia o sedersi, accovacciarsi, mantenere la postura seduta per un lungo periodo.

Il dolore al ginocchio anteriore ha un grosso impatto sulla qualità della vita dei soggetti che ne sono affetti, in quanto riduce spesso la capacità di svolgere attività sportiva e attività legate al lavoro. Un  pó di chiarezza in merito alla nomenclatura 

Il termine “dolore della sindrome femoro rotulea” che si indica anche con l’acronimo PFPS (patellofemoral pain syndrome), viene denominata in diversi modi, alcuni dei quali sono già stati menzionati nel testo come “ginocchio del corridore” e “dolore al ginocchio anteriore”.

A volte la parte “dolore” è omessa e viene chiamata semplicemente “sindrome femoro rotulea”, talvolta il “dolore” è sostituito da “stress” e viene designata col termine “sindrome da stress femoro rotuleo”.

Il termine “sindrome del dolore femoro rotuleo” è quello più comune.

Quali sono i sintomi?

Il criterio fondamentale richiesto per definire il dolore femoro rotuleo è la presenza di dolore intorno o dietro la rotula.

Il dolore tende ad aumentare con le attività che impongono un carico al ginocchio quando si trova in flessione (ad esempio, accovacciarsi, camminare sulle scale, jogging / correre, saltare).

I criteri aggiuntivi che aiutano la diagnosi medica sono:

  • Crepitio o sensazione di avere “sabbia” dentro il ginocchio durante i movimenti di flessione del ginocchio
  • Dolore/fastidio alla palpazione della rotula
  • Piccolo versamento
  • Dolore nel sedersi, alzarsi o estendere il ginocchio dopo lo stare seduti
  • Fitte
  • Cedimenti dovuti al dolore

Tutti questi sintomi si associano ad un’importante riduzione del tono-trofismo muscolare.

Quanto è comune il dolore femoro rotuleo?

La sindrome femoro rotulea è una condizione molto frequente che coinvolge soggetti di tutte le età sia fisicamente attivi che sedentari, con un picco di incidenza negli adolescenti e nelle donne. 

È molto frequente negli sportivi quali ciclisti, podisti ed escursionisti e si classifica come il più comune infortunio al ginocchio tra i podisti.

La maggior parte delle persone, si riprendono dalla PFPS con un po’ di riposo e poi lentamente tornano alle attività della vita quotidiana. In alcuni casi invece il ginocchio del corridore può cronicizzarsi ed essere estremamente resistente anche al trattamento, impattando gravemente sulle attività della vita quotidiana.

Quali sono le cause ed i fattori di rischio?

Quando si parla di dolore ad una articolazione è importante sottolineare che non c’è quasi mai una singola causa che determina per intero il problema.

La sindrome femoro rotulea può colpire pazienti con o senza danni strutturali all’articolazione patello femorale.

L’ipotesi più accreditata è che il dolore ha origine dalle strutture quali l’inserzione dei muscoli estensori, dai retinacoli, dal corpo adiposo di Hoffa e dall’osso subcondrale, inoltre possono avere un ruolo nella genesi del dolore i meccanismi centrali come la diminuzione della soglia del dolore e i meccanismi sensoriali alterati.

L’eziologia della sindrome femoro rotulea è multifattoriale e tra le cause più frequenti troviamo il mal allineamento rotuleo e il sovraccarico articolare, tuttavia un recente studio eseguito con risonanza magnetica ha dimostrato che le anormalità strutturali della cartilagine patello femorale non sono associate al dolore femoro rotuleo.

Andiamo ad approfondire le cause.

Tra le prime cause troviamo il mal allineamento rotuleo, che crea dei conflitti tra rotula e femore.

La condizione di maltracking patellare, che comporta la lateralizzazione della rotula, è dovuta a squilibri muscolari, quali la debolezza dei muscoli dell’anca (piccolo e medio gluteo), che a sua volta comportano uno squilibrio tra vasto mediale e laterale del quadricipite.

Il sovraccarico funzionale sull’articolazione, che si verifica ad esempio in seguito da un aumento del volume di allenamento, comporta l’alterazione dell’omeostasi tissutale.

Altri fattori di rischio della sindrome femoro rotulea sono la rigidità degli hamstring  (muscoli flessori del  ginocchio) e del tratto ileo-tibiale.

Come si diagnostica?

La diagnosi di dolore femoro rotuleo è una diagnosi squisitamente clinica, ovvero eseguita dal medico specialista durante la visita e di solito avviene per esclusione da altre patologie.

Durante la visita viene eseguito il test provocativo del dolore anteriore di ginocchio, che  consiste nel richiedere alla persona di effettuare una flessione. 

Per quanto riguarda gli esami strumentali spesso vengono prescritte radiografie e risonanza magnetica, che però risultano essere utili per fare diagnosi differenziale oppure per approfondire gli aspetti strutturali in prospettiva di un intervento chirurgico.

Qual’è il trattamento?

Il trattamento è solitamente di tipo conservativo, ma nei casi refrattari alle terapie riabilitative e nei casi in cui la causa del dolore è di tipo strutturale si interviene chirurgicamente. Il trattamento che indicherà lo specialista è personalizzato in base alla fase e all’entità del dolore e alle cause scatenanti della patologia.

Il trattamento riabilitativo è sempre supportato, almeno in fase acuta, dalla terapia farmacologica. La categoria farmacologica è essenzialmente palliativa ed è rappresentata da farmaci antinfiammatori e antidolorifici.

Notevole importanza viene attribuita alla viscosupplementazione con infiltrazioni di acido Jaluronico nei casi cronici e aggravati da lesioni cartilaginee ed iniziale artrosi.

Il trattamento riabilitativo prevede nelle prime fasi l’utilizzo di terapie fisiche quali Tecar e Laser, volte a ridurre il processo infiammatorio.

Il trattamento riabilitativo è completo quando viene associato all’esercizio terapeutico,  che risulta dare i migliori risultati in quanto è in grado di interrompere il circolo vizioso di debolezza-dolore-ulteriore debolezza.

Gli esercizi di rinforzo devono riguardare i muscoli dell’anca tra i quali il piccolo e medio gluteo ed i muscoli del ginocchio come ad esempio il quadricipite con particolare attenzione al vasto mediale obliquo (VMO), mentre il vasto laterale va allungato.

Il primo obiettivo è quello di incrementare la forza ed il trofismo selettivo del VMO adottando alcuni accorgimenti. 

La prima fase riabilitativa va impostata richiedendo un rinforzo muscolare in catena cinetica chiusa ( con il piede in posizione fissa) rimanendo sotto soglia del dolore e con l’accortezza di far contrarre anche gli adduttori, che una volta attivati, favoriscono il rilassamento del vasto laterale.

Nella seconda fase si può procedere con l’inserimento di esercizi a catena cinetica  aperta e con l’aumento progressivo dei carichi.

Concomitante al potenziamento muscolare, risulta essere utile, nei casi in cui il dolore origina dallo squilibrio muscolare, l’allungamento di gruppi muscolari quali tensore fascia lata, bicipite femorale, gastrocnemio e soleo e di strutture fasciali come la  bendelletta Ileo-tibiale ed il legamento Alare esterno.

Nel dolore femoro rotuleo può essere utile anche la prescrizione di plantari, ove sia necessaria la correzione a livello del piede e di Kinesio Taping, solitamente applicato sul ginocchio per la correzione della lateralizzazione della rotula.

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