I disordini temporomandibolari (DTM) sono dei disturbi che interessano una o più strutture appartenenti all’apparato stomatognatico (denti, articolazione temporo-mandibolare o ATM, orecchie, tempie, testa, ecc) capaci di causare forti dolori e gravi disabilità in chi ne è colpito: il dolore associato con il DTM può esprimersi clinicamente come dolore masticatorio o dolore temporomandibolare, è questo ad esempio il caso delle sinoviti, capsuliti o dell’osteoartrite, ma il dolore temporomandibolare può anche essere associato a disfunzioni del sistema masticatorio come il “click”, blocchi articolari e limitazione del movimento.
Le sindromi dolorose e funzionali che dipendono da un disordine cranio-mandibolare possono interessare non solo il sistema stomatognatico ma spesso anche la colonna vertebrale nei suoi tratti cervicale, dorsale e lombo-sacrale, cosi’ come le spalle, le anche, i piedi, le ginocchia ecc.
Il dolore facciale correlato al DTM si riscontra nel 10% della popolazione generale con un rapporto donne/uomini di due a uno; segni e sintomi raggiungono un picco nella fascia di età compresa tra i 20 ed i 40 anni. L’impatto sulla qualità di vita individuale e la funzione fisica è significativo quando si manifesta la cronicità. Il DTM disabilitante si traduce in una consistente perdita di giorni lavorativi ed è causa di costi elevati per il sistema sanitario.
Cos’è l’articolazione temporo-mandibolare?
Come prima cosa è bene specificare che cos’è l’articolazione temporo-mandibolare (ATM) e quale ruolo svolge. Tale articolazione connette la mandibola all’osso temporale che fa parte del cranio, permettendo così la masticazione con movimenti di apertura e chiusura della bocca.
Si tratta di un’articolazione facilmente palpabile perché superficiale: è sufficiente mettere il polpastrello del dito indice in prossimità dell’orecchio durante l’apertura e la chiusura della bocca per avvertirne il movimento.
Spesso la posizione della mandibola (sia per ragioni anatomiche che per la malocclusione dentale) viene alterata rispetto al cranio e questo provoca una reazione a catena di scompenso anche di altre parti del corpo, come il tratto cervicale e la colonna vertebrale provocando intensi dolori e disturbi.
Sintomi legati alle disfunzioni cranio mandibolari
Le disfunzioni cranio mandibolari creano uno stato diffuso di sofferenza e dolore che possono diventare fortemente invalidanti. I sintomi possono anche essere più di uno e apparentemente non correlati tra loro, tanto che può risultare anche difficile per il paziente collegare i diversi dolori alla causa scatenante. Tra i sintomi più comuni troviamo:
• Il fastidio più frequente è sicuramente il rumore o click avvertito quando si mangia, si sbadiglia, e talvolta quando si parla. Il paziente avverte rumore durante l’apertura e/o chiusura della bocca in modo occasionale o frequentemente.
• Limitazione funzionale: apertura ridotta della bocca con difficoltà nel svolgere le attività quotidiane come mangiare o parlare.
• Mal di testa: cefalea ed emicrania, spesso al mattino o in situazioni di stanchezza o impegno fisico importante.
• Bruxismo: sfregamento associato ad un serramento involontario e violento dei denti delle due arcate, inferiore e superiore; si tratta di un fenomeno notturno ma non è raro digrignare i denti anche durante il giorno a causa di situazioni di forte stress.
• Disfunzioni del movimento: deviazione della traiettoria del movimento durante l’apertura e/o chiusura della bocca, fenomeno che nel tempo può provocare sovraccarico funzionale di varie strutture.
• Dolori muscolo scheletrici a carico del collo, del rachide dorsale e lombare, ma anche a livello delle spalle.
• Dolori percepiti a livello e a carico dell’orecchio: acufeni (fischi all’orecchio), riduzione dell’udito, vertigini. Il dolore può essere avvertito all’orecchio e irradiato fino all’occhio con possibilità anche di fastidiosi mal di testa
• Dolore ai denti: con la deglutizione, un atto che compiamo all’incirca 1500/2000 volte al giorno, entra in funzione un meccanismo complesso di forze muscolari che si ripercuotono a catena lungo tutta la colonna vertebrale; un funzionamento scorretto dei denti può essere dunque all’origine di disturbi temporomandibolari e posturali.
Quali sono le cause del disturbo?
A causare le disfunzioni cranio mandibolari possono intervenire diversi fattori. Alcuni riguardano fattori predisponenti, ovvero legati alle caratteristiche anatomiche personali e alla predisposizione genetica, altri invece possono essere legati a fattori di natura traumatica. Tra quelli più ricorrenti abbiamo:
• Malocclusione (scorretta chiusura dentale)
• Micro o macro traumi
• Bruxismo (digrignamento dei denti)
• Malformazioni anatomiche
• Tensione da stress
• Cure odontoiatriche incongrue
La conoscenza di questi fattori è determinante nella scelta del trattamento terapeutico. Nei casi di bruxismo, la soluzione migliore è quella di intervenire attraverso l’introduzione di un bite, un apparecchio mobile trasparente creato su misura di ogni paziente sulla base dell’impronta dei denti.
Per quanto riguarda la malocclusione dentale, è bene associare il trattamento odontoiatrico a quello di un fisioterapista, in modo da correggere sotto tutti i punti di vista la scorretta chiusura delle arcate dentali.
Intervento riabilitativo
Molto spesso i disturbi cranio-mandibolari non sono isolati alla sola articolazione temporo-mandibolare ma ricoprono un insieme di disfunzioni che necessitano di un intervento terapeutico combinato tra più specialisti; il fisioterapista si dovrà confrontare con l’odontoiatra, l’otorinolaringoiatra e il logopedista, in maniera tale da effettuare una valutazione più approfondita e dettagliata della patologia per proporre le strategie d’intervento più adeguate; queste possono comprendere:
• La terapia manuale, la quale consiste in mobilizzazioni effettuate dal fisioterapista specializzato, con l’obiettivo di correggere il movimento. Il trattamento non è finalizzato esclusivamente all’articolazione temporo-mandibolare ma tiene conto anche delle strutture limitrofe, quali il rachide cervicale, dorsale e le spalle. La mobilizzazione viene effettuata parallelamente a tecniche miofasciali e miotensive (trattamento dei trigger point e delle contratture muscolari, in particolare dei muscoli masticatori).
• Esercizio terapeutico per stabilizzare e rinforzare muscolatura debole affinché il movimento mandibolare avvenga in modo simmetrico e in equilibrio tra i due lati.
• Esercizi posturali: molto importanti per l’apprendimento di posture corrette da mantenere durante il giorno e in particolare durante l’attività lavorativa.
• Sensibilizzazione del paziente: è necessario istruire il paziente nella gestione dei sintomi e nell’autotrattamento.
Come capire se il problema rientra in un disturbo temporo-madibolare?
Semplice, ecco le cinque domande fondamentali per riconosce un disturbo temporo-mandibolare
1. Hai mai provato dolore alla mascella, alle tempie o all’orecchio?
2. Hai frequenti cefalee con dolore localizzato alle tempie?
3. Sei mai rimasto bloccato a bocca aperta?
4. Sei mai rimasto bloccato a bocca chiusa?
5. Ti capita di sentire rumori quando muovi la bocca?
Se hai risposto SI ad almeno una di queste domande è probabile che il tuo sia un disturbo temporo-mandibolare.